
A MALGA LASTE, LASSÚ CON LA TESTA TRA LE NUVOLE
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A volte a stare lassù, a 1.900 metri tra le nuvole, si può perdere la testa. Successe nell’agosto 1989 quando il pastore, che allora gestiva la malga sopra Laste per conto del Comune, da un giorno all’altro, sprangò porte e finestre, imbrattò i muri e decorò le mucche con scritte strampalate e sparì a valle. Fu una di quelle notizie che fanno il giro veloce di casa in casa, soprattutto di chi, ogni anno in estate, affida con piena fiducia all’alpeggio sopra Laste i propri animali.
Fu così che in capo a poche ore, la signora Dorigo spedì i suoi due gemelli appena quindicenni, Ezio e Diego, a tamponare l’improvvisa emergenza su a Malga Laste. Ubbidenti Ezio e Diego risalirono il pendio boscoso, riaprirono casa e stalla, e presero servizio. Oggi – settembre 2018 – dopo 29 anni, sono ancora lì.
Sono più numerosi, perché Diego ha sposato Gigliola e avuto da lei tre figli – Jacqueline, 22 anni, Marina, 18 e Walter di 15 anni, nato praticamente all’alpeggio – tutti sani e arruolati in Malga; indubbiamente sono più forti, con 25 mucche proprie e decine di altri animali a pensione; e sono definitivamente conquistati alla causa, visto che la vita di tutti loro (compresi dei più giovani), ruota attorno a questa piccola impresa estiva che è Malga Laste, la prima che raccontiamo per il progetto “Dolomites Maadness, Hosted by Nature” e già consacrata a pieni voti una “destinazione”.
Ezio aveva cominciato a provare a fare burro e formaggio appena arrivato, quasi per divertimento. Oggi, dopo 29 anni, i Dorigo producono 800 forme di formaggio morbido, stagionato, con erbe o affumicato, e burro con i 600 litri di latte fresco quotidiano. Una produzione eccezionale che va esaurita in poche settimane e, dopo il primo premio vinto quest’anno al Concorso Formaggio di montagna, ancor più in fretta. Gli acquirenti sono soprattutto famiglie del luogo che ordinano 10 forme a testa per il lungo inverno.
Ma cresce il numero di intenditori tra gli escursionisti che, a piedi o in mountain bike, si fermano alla malga per la meravigliosa merenda sul tagliere e un grappino.
Poi, certo, c’è tanto lavoro con gli animali, quelli della valle sottostante ma anche della vicina Val Badia. Dice Gigliola, “Sei responsabile delle bestie 24 ore al giorno, non c’è sabato e non c’è domenica”. La sveglia è alle 4.30 e la giornata si conclude alle 10 di sera. Se Ezio è ancora l’artista del formaggio, tutti hanno comunque un compito: gli uomini e Jacqueline mungono prima ancora della colazione (che sarà alle 7), poi Gigliola mette a scaldare il latte fresco (per una o due ore) prima che Ezio cominci a lavorarlo per fare il burro. Mentre gli uomini attaccano con il fieno, Marina controlla le bestie asciutte perché sono le più esposte, restando sempre all’aperto.
Ed è tra le mucche asciutte che pascolavano in località Crepe Rosse, che quest’estate è arrivato un branco di giovani lupi che, in due notti (25 luglio, 15 agosto), ha fatto due vittime. I muggiti disperati delle altre, in stalla, hanno svegliato di soprassalto i Dorigo, ma ormai era troppo tardi. Mucche che, inutile dire, per i Dorigo sono amiche care: Selma, Soraga, Bea, Laste, Kerry e le vitelline Heidi Samba e Nike…, per non dire Mula, la prima mucca che non si scorda mai, o Belinda, acquistata dal macellaio di Rocca Pietore e portata via in camion, che s’è ripresentata a Malga Laste da sola in preda a una anche comprensibile nostalgia!
Verso mezzogiorno arrivano gli escursionisti e comincia il lavoro al bar, con Gigliola e Marina in prima fila perché Jacqueline 3 volte alla settimana è impiegata all’Ufficio turistico di Arabba. Alle 17 si riportano in stalla le mucche, alle 18 si può partire con la seconda mungitura, alle 19.30 tutti a cena. Poi Marina torna fuori e si inoltra per l’altipiano a controllare (con un faro se serve) le mucche asciutte. Tra le 21 e le 22… c’è il crollo a letto. Ma il sonno di chi lavora sano e felice è un bel sonno tonificante e i Dorigo non chiedono altro alla vita.
Se poi proprio potessero esprimere un paio di desideri… sognano che l’Amministrazione faccia un piccolo ampliamento della casetta così da aggiungere un altro paio di tavoli ai solo due che hanno all’interno, e per la comunità di Laste vorrebbero un paio di corse di bus in più per raggiungere… la civiltà, ma solo quando non se ne può fare a meno.
Lunga vita. Non in bocca al lupo, ovviamente!
Testi a cura di Lucia Filippi
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