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BATTI IL FERRO FIN CHE È CALDO

Quello del fabbro è uno dei mestieri che quasi non c’è più. Resiste giusto in val Pettorina, grazie alla tradizione di famiglia, ed è infatti un’attrazione per i turisti che vengono a Sottoguda.

Siamo a 1.100 metri d’altezza all’ombra della Marmolada, all’imbocco dei magnifici Serrai di Sottoguda, nella frazione Pian del comune di Rocca Pietore, in provincia di Bellano.

“Io e mio fratello, ormai da 30 anni, mandiamo avanti la tradizione di famiglia lavorando nella fucina 365 giorni all’anno e creando oggetti artistici e d’arredo che in estate vendiamo ai turisti”.

Tra un’escursione sulla Marmolada, la visita al Museo della Grande Guerra, una passeggiata tra i fienili e un gelato in piazzetta a Sottoguda, capita che ci scappi un po’ di shopping tra artigianato e souvenir. Qui, nella frazione di Pian, a poche centinaia di metri dal villaggio di Sottoguda, la strada assume le caratteristiche di una galleria d’arte. Ad attirare l’attenzione, lungo i marciapiedi, grandi sculture in ferro brunito che, con personaggi fantastici e animali spaventevoli, rievocano antiche leggende di montagna e rendono viva la tradizione dell’arte del ferro lavorato ancora a mano. Qui il mestiere del fabbro è infatti di lunga esperienza e motivo di grande orgoglio.

“Una tradizione, la nostra, che ha una storia di 95 anni, e che è passata da mio nonno ai suoi fratelli, poi ai figli e oggi a noi nipoti”

Entrando nel negozio La Fosina (dal termine “fucina”, il forno dove si arroventa il ferro), lungi dall’incontrare il bruto Efesto, che sotto il vulcano dell’Etna forgiava le armi di battaglia per il guerriero Achille, si viene accolti da un giovane dagli occhi chiari e lo sguardo mite, è Davide che, con il fratello Carlo, continuano a forgiare il ferro in una infinita creatività di oggetti d’arte per l’arredamento di case e giardino.

Già nei primi anni Venti, il capostipite, nonno Carlo De Biasio, era andato ad imparare il mestiere in Val Gardena. L’idea era apprendere l’arte del fabbro per tornare in valle e aprire una piccola bottega in casa, costruire attrezzi per i boscaioli, cucine per i vicini, utensili per la comunità… Perché allora tutto si faceva più o meno in famiglia. Poi con l’arrivo del turismo, la bottega di Carlo, e oggi dei nipoti Davide e Carlo, è diventata una vera fucina di opere d’arte con negozio e vetrine annessi.

“Un tempo non c’era turismo qui in valle Pettorina, e si producevano oggetti utili per la casa o per il lavoro degli artigiani. Poi a partire dagli anni 70 ad oggi, a guidare il nostro lavoro sono stati la creatività e la fantasia”.

“La Fosina del Ferro battuto dal 1923”, si legge fin da lontano quando, ai lati della strada, compaiono le prime opere in mostra a grandezza naturale: un’aquila reale, gufi e civette, perfino un drago alato, una galleria di personaggi da fiaba; mentre all’interno della bottega, bene esposti in un’armoniosa confusione, tanti oggetti per la casa come candelabri, composizioni floreali, applique e lampadari, portaceneri e altre stoviglie, ornamenti da muro, tutto in ferro battuto e smaltato, e anche piccoli oggettini, come coccinelle portafortuna, farfalle variopinte. Nel frattempo, dalla porta di fronte si sente, sordo, il tipico rumore ritmico e, nel moderno antro della fucina, si staglia il giovane fabbro che batte e batte il ferro… fin che è caldo!

 

Testi a cura di Lucia Filippi

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